I genovesi hanno con la propria città un rapporto molto controverso.
Ci sono i genovesi scettici, che apparentemente detestano la propria città (ma solo loro ne possono parlare male). E poi ci sono i genovesi entusiasti, la cui visione del mondo è irrimediabilmente Genova-centrica.
Succede che le due categorie, gli scettici e gli entusiasti, alla fine trovino sempre un punto di incontro nel riconoscere i meriti della città. E quindi scopriamo che la prima compagnia di assicurazioni venne aperta proprio a Genova, così come la prime banca. E anche i jeans cominciarono ad essere utilizzati per primi dalla marina genovese nel XVI secolo. Il calcio italiano? Anche quello ebbe inizio proprio a Genova (che vanta pure il più grande centro storico italiano all’interno delle mura).

Per non parlare poi della supremazia della repubblica genovese nel corso dei secoli. Discutere di storia con un genovese vuol dire aprire le porte ad una sequenza di “sai, era di Genova”, lanciati qua e là con grande naturalezza.
E non vorrei essere nei panni di qualche orgoglioso cittadino britannico, a cui verrebbe subito fatto notare che la sua Union Jack non è altro che un’evoluzione della croce di San Giorgio. Che è la bandiera di Genova.
Orgoglio cittadino a parte, Genova è una città complessa, ricca di contrasti e contraddizioni. Città portuale per eccellenza, arroccata tra il mare e le montagne, ha un centro vivace ed estremamente multietnico. Per la sua conformazione geografica la viabilità è una specie di incubo. Il centro storico invece, pedonale e composto da un intricato labirinto di vicoli, è un susseguirsi di magnifici palazzi storici intervallati da losche costruzioni semi decadenti. Per un risultato piuttosto affascinante.

In questo tripudio di varia umanità, i vicoli di Genova sono sicuramente uno spaccato sociale estremamente coinvolgente. E qui hanno aperto negli ultimi anni una serie di localini assolutamente degni di nota.
Il bartour dei vicoli comincia con uno dei simboli della miscelazione genovese: Les Rouges. I rossi in questione sono tre fratelli da anni proprietari di questo gioiellino al primo piano di Palazzo Imperiale, un edificio datato 1500 e inserito nel circuito dei Rolli, dichiarati patrimonio dell’Umanità. Qui si bevono tra i migliori cocktail della città in un salone dal soffitto affrescato. Non male come inizio.

Poco distante ci troviamo nel cuore della movida genovese, emblema della variegata umanità che la contraddistingue: Piazza Erbe. In mezzo a un tripudio di locali da evitare accuratamente e personaggi poco rispettabili agli angoli delle strade, spiccano invece alcune realtà di tutto rispetto. Partiamo dal Gradisca Caffè, affacciato proprio sulla piazza e in aria di riapertura post ammodernamento. Qui troviamo un gruppetto di bartender molto attivi nella scena di bar italiana, dai quali ci aspettiamo grandi novità!
Sull’altro angolo della piazza, il 23 Erbe può vantare una delle più grandi collezioni di Gin che io abbia mai visto. In vena di raddoppio, da pochissimi giorni troviamo lo stesso gruppo anche in versione whisky bar, con l’apertura di Neat. Qui scopriamo una collezione di whisky sicuramente tra le più importanti della città, destinata a crescere molto rapidamente. Cocktail a base whisky e degustazioni guidate per convertire anche i più scettici. Da tenere d’occhio.

Proprio accanto, da non perdere un localino molto simpatico dedicato al mondo dell’aperitivo che recita “Negroneria Genovese, Aperitivi Popolari”. Qui, ovviamente, il negroni la fa da padrona. Preparato in ogni possibile variante, questo è il regno del vermouth e dei bitter. A prezzi popolari. Localino piccolo e buio, nasconde sul retro un segreto..

Perché come ogni città che si rispetti, anche a Genova non poteva mancare qualche secret bar. E se uno di questi potrebbe trovarsi sul retro della Negroneria Genovese, un altro si nasconde molto bene nei pressi di Via Garibaldi, la via dei palazzi storici della città. Il Malkovich è uno di quei secret bar che fanno di tutto per rimanere veramente secret. Quindi trovare indirizzo, locale e modo di accedervi è veramente challenging. Io ci sono stata una volta, e non sono sicura di saperlo trovare di nuovo. Nascosto sotto un’hamburgeria (potevo dirlo?), è un omaggio al mondo del cinema e della buona miscelazione. Bisogna applicarsi per trovarlo, ma ne vale decisamente la pena.
Se questi nominati fin ora appartengono alla categoria “cocktail bar”, i vicoli di Genova pullulano anche di ristorantini con angolo bar dove bere un drink con tapas o piccoli piatti. Da non sottovalutare la componente etnica! Degni di nota Veracruz, ristorante messicano con angolo bar decisamente fornito, dove godersi una grande selezione di tequila e mezcal.
Poi Kowalsky, in un tripudio di tinte rosse eccoci in un angolino fuori dal tempo dedicato all’est Europa. Cucina locale e un trionfo di vodka. Nasdrovie!
Per concludere non posso non citare l’imperdibile aperitivo con tapas al bistrot Bella Bu. Grande selezione di Gin e ottima cucina in un ristorantino dai colori caldi cosparso di lucine, attento alla stagionalità e alle materie prime. Proprio grazioso.

E sebbene ci sarebbero altre segnalazioni, che rimanderò ad un secondo giro, direi che quest’oggi abbiamo posizionato già un buon numero di bandierine. Il che vuol dire che anche da queste parti potrebbe saltare fuori una seratina piuttosto pericolosa. Sarà che i cocktail (dice qualcuno) sono stati inventati proprio a Genova?
