Trieste è una cittadina accogliente, graziosa e, dal mio punto di vista milanocentrico, lontanissima. I suoi abitanti preferiscono definirla: “decentrata”. Incastrata lì tra il mare e i confini, discretamente scomoda da raggiungere da qualsiasi altra città italiana, Trieste si gode alla grande il suo isolamento italico facendosi felicemente gli affari propri, e diventando la meta prediletta di chi fugge dalle grandi città (Milano, come al solito, per prima) e trova qui un angolo di pace fronte mare.

Per spiegare la “decentralizzazione” da un punto di vista culinario (della serie parla come mangi), qui ho scoperto l’esistenza dei buffet, che si pronuncia buffeT, con l’accento sulla T. I buffeT sono un’istituzione di provenienza austro-ungarica, dove si servono salumi al coltello, bolliti e salsicce di Vienna direttamente da un calderone accompagnati da crauti e salsa al cren, Jota, gulash e così via.
E’ abbastanza evidente come la tavola locale sia ben lontana da quella che chiamiamo “cucina tradizionale italiana”. Ma direi anche che basta aver superato la quinta elementare, ed essere stati un poco attenti, per sapere che c’è una ragione storica ben precisa dietro ai crauti vista mare. Non verrà approfondita in questa sede, fortunatamente.
Bizzarre tradizioni culinarie a parte, ultimamente diversi miei amici bartender sono migrati a Trieste con grande soddisfazione. E io mi chiedevo: ma perché proprio a Trieste (lontanissima, la Bora, il freddo..)? Così sono andata a indagare.
E in effetti la città è estremamente carina e vivibile, con un centro storico ben curato, prezzi più bassi rispetto alle grandi città e una qualità della vita molto alta. E il mare davanti che a Milano, ahimè, non c’è.

Inoltre i miei amichetti si sono felicemente inseriti in una scena di bar cittadina piuttosto interessante e attiva. Sono stata a Trieste tre volte nell’ultimo anno e ho avuto un assaggio di bartour: concertato nel centro, di ottimo livello e walking distance. Cosa che io apprezzo sempre moltissimo.
Cominciamo con il Mor (Misceliamo Ogni Ricetta). Aperto nel 2016 nella via della night life cittadina, è un localino lungo e stretto, piuttosto piccolo ma ben attrezzato e amatissimo dai local. Sul genere speakeasy, molto accogliente, arredato coi toni caldi del legno, luci soffuse, bottigliera ricercata e cocktail creativi. Insomma tutto quello che serve per cominciare l’itinerario con gioia. Ai soci Diego e Stefano si è aggiungo nell’ultimo anno uno dei miei amici in esilio volontario: il torinese Andrea Dracos, che non potrebbe essere più contento della sua migrazione verso est.
La prima volta che sono stata a Trieste sono venuta direttamente qui dalla stazione per una degustazione di distillati, accompagnata da salsicce e crauti. Non male come benvenuto.
N.B. I ragazzi, per non annoiarsi troppo, hanno appena aperto un delizioso Tiki Bar nelle vicinanze, da aggiungere al bartour.

Spostandoci di poco troviamo l’Antico Caffè Torinese, casa di un altro bartender in esilio. Nel 2014 Matteo si è appropriato di questo locale storico datato 1919, e lo ha saggiamente lasciato così com’era, incastrando un angolo cocktail bar molto funzionale in un bellissimo bancone liberty, illuminato da un grande lampadario di cristallo. Aperto tutto il giorno, è quel tipo di bar dove si sta bene a qualsiasi ora. Io ho anche lavorato qui una sera, e posso garantire.
A pochi passi abbiamo l’Urbanis, altra perla nel tour dei locali storici di Trieste. Aperto come pasticceria nel 1832 è diventato negli ultimi anni un locale polifunzionale, aperto tutto il giorno, con una predilezione (da parte mia sicuramente) per la fascia serale. All’interno di un palazzo storico, la struttura ha mantenuto molti dettagli originali tra cui il meraviglioso pavimento a mosaico, che è diventato il protagonista indiscusso del mio momento social. Anche il drink era molto buono.

Questi sono sicuramente i posti ideali per gli appassionati di miscelazione, dove tutti i nerd del cocktail (come me) possono trovare pace alla loro sete da secchioni. Ma merita un inserimento nella lista anche un’ultima tappa. Decisamente meno nerd dei precedenti, qui si bevono drink più semplici, ma all’interno di uno dei locali più belli d’Italia. Vanta pure una pagina su Wikipedia! Parliamo dell’Antico Caffè San Marco.
“Inaugurato nel 1914, il locale divenne ritrovo di giovani studenti e intellettuali, ma non solo: il caffè, infatti, ospitava giovani irredentisti, e funzionava anche come laboratorio di produzione di passaporti falsi per permettere la fuga in Italia di patrioti antiaustriaci”.
Non male eh? Oggi è un posto bellissimo: libreria, ristorante, bar, centro culturale e luogo d’incontro. E’ il locale che io sognavo di aprire da giovane studentessa appassionata di cocktail. Assolutamente da non perdere.
Ultima nota, tra i bartender emigrati non posso non citare la mia amica e grande professionista Luana Bosello, ormai anch’ella felice cittadina triestina. Da aggiungere al bartour: ovunque lavori la Lù! Oggi la troviamo appena approdata dietro al bancone del Caffé Theresia. Che è proprio accanto all’Antico Caffé Torinese e all’Urbanis. Insomma si crea un triangolo della morte, pericolosissimo!

E qui al momento finisce il mio itinerario. Tornerò presto a farmi scompigliare i capelli dalla Bora, a salutare gli amici e a bermi un drink col mare vicino. Facciamo due.